Piccole, poche e redditizie. Con queste tre parole potremmo definire le aziende agricole italiane condotte da giovani. Come evidenziano dati Eurostat, nel nostro Paese le aziende condotte da under 35 generano una produzione standard di 4.296 euro ad ettaro circa il doppio rispetto alla media europea pari a 2.207 euro a ettaro, e ben sopra Francia che si attesta su 2.248 euro a ettaro (-48% rispetto all’Italia), Spagna con 1.828 euro a ettaro (-57%) e Germania con 2.749 euro a ettaro (-36%).
Queste performance, che dimostrano un importante dinamismo, si consolidano nel perimetro del ‘piccolo’, come testimoniato dai dati relativi alla superfice media aziendale.
La Sau media posseduta dagli under 35 italiani è più bassa rispetto ai principali Paesi europei. In particolare, in Italia i giovani sotto i 35 anni possiedono in media 18,8 ettari, mentre in Francia, Germania e Spagna le dimensioni medie sono decisamente più ampie, pari rispettivamente a 84 ettari, 67 ettari e 42 ettari, con una media europea che si attesta sui 25 ettari.
L’analisi, elaborata da Coldiretti/Divulga su dati Eurostat, è stata presentata in occasione della l’assegnazione degli Oscar Green ai giovani agricoltori al Villaggio Coldiretti di Venezia.
Senza credito e terra il numero di aziende giovani non cresce
Lo studio evidenzia inoltre che nel nostro Paese nell’ultimo decennio hanno chiuso i battenti 110mila imprese giovani under 30 in tutti i settori (passando da 514mila a 404mila), con la sola eccezione dell’agricoltura, che è l’unico tra i comparti principali ad avere tenuto. I cali più sensibili si sono registrati nel settore delle costruzioni (-40%) e nel commercio (-34%). Le aziende agricole sono rimaste poco sotto le 48mila unità, senza variazioni sostanziali.
Tra i fattori che impediscono o rallentano l’ingresso e la continuità nella gestione delle imprese agricole giovani, la difficoltà di accesso al credito, la burocrazia eccessiva, la carenza di infrastrutture e il limitato accesso alla terra.
Il 65% dei giovani agricoltori eredita l’azienda di famiglia
Le difficoltà nell’avviare una propria attività da zero sono evidenziate dal dato che attesta che il 65% dei giovani agricoltori eredita aziende gestite dalla famiglia e solo il 28% avvia e gestisce imprese completamente nuove. A pesare, denuncia Coldiretti, sono anche le situazioni strutturali che lasciano le aziende agricole indifese rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici, alla diffusione dei cinghiali che devastano le colture, alla concorrenza sleale dei prodotti stranieri che devastano le colture.
«Per sostenere il sogno imprenditoriale dei tanti ragazzi italiani che scelgono di costruirsi un futuro in campagna – ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – dobbiamo aumentare gli investimenti in agricoltura, garantendo le misure necessarie a favorire il ricambio generazionale nel nostro settore, ma anche creando le condizioni perché ogni giovane sia libero dai troppi lacci che ne mettono a rischio l’attività, dalla burocrazia alla concorrenza sleale dei prodotti stranieri che non rispettano le nostre stesse regole. Solo così potremo costruire un’Europa meno fragile e meno dipendente dalle importazioni».