Ridurre fino al 50% l’uso di fitofarmaci lungo tutta la filiera produttiva vitivinicola garantendo risultati qualitativi e quantitativi equivalenti rispetto a quelli ottenuti mediante la normale gestione integrata o biologica. E’ possibile grazie a Life Green Grapes: il progetto ideato e guidato dal Crea Viticoltura ed Enologia, con la partnership dei centri Crea Agricoltura e Ambiente e Difesa e Certificazione, l’Università degli Studi di Firenze, Cyprus University of Technology, la Società Agricola F.lli Tagliente, il Consorzio Vititalia, la Società Agricola Beringer Blass Italia e l’Azienda Vivai F.lli Moroni.
Life Green Grapes si basa sull’impiego combinato di modelli previsionali, induttori di resistenza e tecniche agronomiche di gestione del suolo volti a ridurre l’utilizzo di fitofarmaci, mettendo in campo una difesa fitosanitaria dei vigneti sostenibile. Questo in un contesto che vede l’Italia utilizzare ogni anno oltre 120 milioni di chilogrammi di fitofarmaci, di cui circa un quarto nel comparto viticolo.
Come spiega il Crea, il presupposto per una buona protezione delle colture è che possa essere eseguita unicamente se associata a un’adeguata pratica agronomica, capace di mantenere in equilibrio il sistema agricolo e di valorizzare l’attività biologica del suolo, in particolare di quell’area che circonda la radice e che viene influenzata dalla pianta (la cosiddetta rizosfera).
Le azioni condotte e i risultati
Sono stati proposti alle aziende metodi di protezione attenti all’impatto ambientale, ponendo il “sistema vigneto” in condizioni di resistere agli attacchi dei patogeni. È stata poi valutata l’efficacia di specifici protocolli di gestione Green Grapes della difesa delle piante riducendo le quantità di fitofarmaci. Gli obiettivi produttivi, qualitativi e ambientali sono stati perseguiti attraverso la messa a punto di apposite tecniche di gestione, iniziando dalla produzione vivaistica dove sono stati utilizzati microrganismi antagonisti dei patogeni. L’uso razionale di tecnologie e prodotti ha giocato un ruolo rilevante per raggiungere e mantenere il giusto equilibrio tra aspetti ambientali ed economici, consentendo l’apporto di ridotti input chimici e l’incremento della biodiversità del vigneto. Le azioni sono state condotte in diverse condizioni ambientali, in vivaio e in vigneti a uva da vino e da tavola, sia in gestione biologica che integrata.
I protocolli di gestione Green Grapes nei vigneti pilota hanno dimostrato che una riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci lungo tutta la filiera produttiva, è possibile e sostenibile. Le soluzioni proposte hanno inoltre dimostrato di avere un impatto positivo sull’aumento della biodiversità, la riduzione del consumo di acqua e di emissioni di gas serra.
Ricadute positive
La diffusione di queste tecniche attraverso una specifica formazione del personale preposto alla gestione della difesa dei vigneti consentirà progressivamente l’abbandono di sistemi basati sull’esclusivo impiego di fungicidi, come il rame in viticoltura biologica, ottenendo una migliore qualità dell’uva destinata alla vinificazione e al consumo fresco.
Per i produttori, attraverso la gestione del vigneto con i protocolli Green Grapes, sarà possibile mantenere alti i livelli qualitativi delle produzioni, senza decrementi del loro valore commerciale. Riguardo tutti i parametri analizzati (produttività delle piante, caratteristiche organolettiche e merceologiche, conservabilità dell’uva da tavola) non si sono registrate sostanziali differenze tra le produzioni ottenute con le comuni gestioni aziendali e quelle conseguite con i metodi Green Grapes.
Positive le ricadute per l’ambiente. Nei vigneti pilota dopo tre anni si è infatti notata una riduzione della presenza di rame nei suoli e un incremento della biodiversità microbica e degli organismi viventi nel terreno, con un miglioramento complessivo della fertilità biologica.
Laura Saggio