di Ettore Prandini, Presidente Coldiretti
Distintività, qualità, sostenibilità, filiere e innovazione. La strada dell’agroalimentare italiano è tracciata. Ed è questa la strategia che Coldiretti sta sostenendo sui tavoli istituzionali italiani e comunitari. Perché è a Bruxelles che si deve incidere per portare a casa provvedimenti che consentano al nostro sistema agricolo di andare in questa direzione. Per Coldiretti un punto chiave sono gli investimenti in ricerca e sviluppo. E i dati confermano quanto sosteniamo da anni. In un anno, infatti il fatturato dell’agricoltura 4.0 è cresciuto del 31% superando così quota 2 miliardi. Questi numeri dicono una sola cosa: l’agricoltura è decisamente proiettata verso un uso sempre più diffuso di droni, robot, satelliti e controlli da remoto. Lo impone il progresso, ma anche e soprattutto il cambiamento climatico che sta devastando molti territori con eventi meteo estremi, dalla siccità alle piogge violente e alluvioni. La carenza d’acqua, che quest’anno sta penalizzando soprattutto il Centro e Nord Italia, richiede interventi sempre più mirati. Come Coldiretti, ben prima che l’emergenza esplodesse in modo così violento, abbiamo proposto un piano invasi che, se fosse stato realizzato, avrebbe attenuato l’impatto della grande sete sulle coltivazioni riducendo anche i danni. Ricordo che il maltempo è costato nell’ultimo anno 6 miliardi tra danni alle coltivazioni e alle infrastrutture. L’Italia, dove la pioggia cade più abbondante che in altri Paesi, non può permettersi di sprecarne quasi il 90%. Le nostre imprese sono in prima linea sul fronte degli investimenti e lo sono in particolare quelle guidate dai giovani.
La ricerca, dunque è tra le priorità. E per vincere le nuove e complesse sfide riteniamo fondamentale investire sulle tecniche di nuova generazione, a partire dalla cisgenetica. La Coldiretti ha siglato una convenzione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) per favorire la ricerca pubblica nelle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) ed estendere i risultati anche a favore delle piccole medie imprese. Con le Tea si interviene sulle piante accelerandone l’evoluzione, senza inserimenti di corpi “estranei” nel Dna, in modo da consentire una protezione delle produzioni, il minor impiego di pesticidi e dunque una maggiore sostenibilità. La genetica green è fondamentale per difendere il patrimonio italiano di biodiversità, ma anche per ridare un ruolo di protagonista alla ricerca del nostro Paese. Solo così sarà possibile valorizzare ancora di più l’agricoltura e l’agroalimentare. E conquistare sempre nuovi mercati.
L’export ci sta dando molte soddisfazioni, ma siamo convinti che si possa fare molto di più. Ecco perché stiamo combattendo con forza quelle politiche europee che rischiano di mandare nell’angolo il settore. Penso alla direttiva europea dei pesticidi o a quella che paragona un allevamento a una fabbrica. Ma anche a tutti quegli attacchi che stanno colpendo il settore nel nome di una tutela della salute, a partire dal Nutriscore che, a nostro avviso va nella direzione opposta promuovendo coca cola e patatine fritte e bocciando il Parmigiano reggiano e l’olio extra vergine di oliva. Ma soprattutto abbiamo ingaggiato una lotta dura per contrastare il cibo realizzato in provetta. Abbiamo lanciato l’allarme quasi due anni fa quando si stava lavorando a questo nuovo business miliardario nel più assordante silenzio. Abbiamo scoperto il vaso e abbiamo raccolto i più ampi consensi. Abbiamo raccolto oltre 500mila firme, dalla nostra parte si sono schierati 2mila Comuni e tutte le regioni, indipendentemente dal colore politico. Un’adesione bipartisan. Carne, uova, latte e pesce prodotti in laboratorio non solo mettono in discussione il futuro dell’agricoltura italiana ed europea e la salute dei cittadini, ma rischiano di stravolgere il sistema alimentare con un’ipoteca pesante sulla stessa democrazia alimentare. Nei giorni scorsi uno studio della Fao e dell’Organizzazione mondiale della sanità ha indicato 53 rischi potenziali per la salute, dalle allergie al cancro. Italia, patria delle eccellenze e della Dieta Mediterranea, al top nel mondo, non può distruggere millenni di cultura, storia e sapori per un affare nelle mani di una ristrettissima cerchia di protagonisti del settore hi tech e della nuova finanza mondiale.