Il vino italiano, che ha visto un’esplosione delle esportazioni negli ultimi decenni, si trova a fronteggiare una drastica riduzione del commercio verso gli Stati Uniti.
L’introduzione dei dazi del 20% sui prodotti italiani, tra cui il vino, avrà un impatto significativo sull’economia del settore. Il valore dell’export italiano di vino negli Stati Uniti – secondo il Primo Report Enpaia Censis 2025 – potrebbe mantenere una certa stabilità in termini di valore, ma una parte consistente degli introiti finirà nelle casse degli USA. Si stima, infatti, che circa il 20% del valore dell’export di vino italiano, pari a 1,9 miliardi di euro, finirà assorbito dai dazi.
“Sarà fondamentale – dichiara Giorgio Piazza, Presidente della Fondazione Enpaia – che istituzioni e imprese italiane lavorino insieme per preservare e valorizzare questo patrimonio, affrontando le sfide dei dazi con un approccio collaborativo e strategico. Solo così il vino italiano – prosegue – continuerà a essere un esempio di eccellenza, un simbolo del nostro Paese nel mondo ma soprattutto un pilastro fondamentale del nostro export”.
Inoltre, la difficoltà di ricollocare i volumi di vino in altri mercati, come Germania e Regno Unito, potrebbe rallentare la crescita delle esportazioni italiane e minare la competitività del vino italiano. Per recuperare il valore economico perso a causa dei dazi, gli operatori italiani dovrebbero riuscire a vendere 92 milioni di bottiglie in nuovi mercati, un’impresa ardua che richiede strategie commerciali mirate e un’azione tempestiva.
Secondo il primo Report Enpaia-Censis 2025, le esportazioni di vino italiano hanno registrato una crescita impressionante negli ultimi venti anni. Nel 2003, le esportazioni di vino italiano erano pari a 2,9 miliardi di euro, mentre nel 2023 hanno raggiunto gli 8,1 miliardi di euro, con un incremento che ha portato la quota del vino nel totale delle esportazioni italiane dal 1,01% nel 2004 all’1,30% nel 2024. Gli Stati Uniti si confermano come il principale mercato di sbocco, con un export di vino italiano pari a 1,9 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 72,4% nel decennio 2014-2024.
Il 90,9% degli italiani riconosce che il vino italiano contribuisce a migliorare l’immagine del Paese all’estero, mentre l’86% considera il rapporto degli italiani con il vino un elemento distintivo della nostra cultura. Il settore vitivinicolo italiano è anche un motore fondamentale per la creazione di occupazione e per l’attrazione di turisti. In effetti, il 89,3% degli italiani riconosce l’importanza economica del vino, vedendolo come un pilastro per la generazione di ricchezza, specialmente nelle aree di produzione.
Tuttavia, nonostante la forte connessione culturale e l’apprezzamento per la qualità, il consumo di vino in Italia non è privo di problematiche, in particolare riguardo gli eccessi. Tuttavia, l’Osservatorio Enpaia-Censis segnala che l’80,2% degli italiani preferisce ridurre la quantità di vino consumato, privilegiando la qualità. Questo modello di consumo, che si distingue per un approccio responsabile, è condiviso trasversalmente da tutte le fasce di reddito, testimoniando una maturità sociale e culturale che pone l’accento sulla selezione di vini pregiati piuttosto che sul consumo eccessivo.
Il vino italiano è un patrimonio culturale e economico di inestimabile valore. Tuttavia, i dazi americani rischiano di compromettere parte di questa crescita, mettendo a repentaglio la posizione del vino italiano nei mercati internazionali. La sfida per il settore vitivinicolo italiano sarà quella di affrontare con determinazione le difficoltà legate ai dazi e di ripensare le strategie di esportazione per salvaguardare l’integrità e la competitività del vino Made in Italy nel contesto globale.