I corsi di formazione dei giornalisti sono una novità che Fondazione ENPAIA ha accolto con entusiasmo e lungimiranza. Un panel di relatori esperti sta formando, in tutta Italia, la categoria dei giornalisti sui temi della tutela dei diritti del lavoro in agricoltura. Un tema di grande attualità che coinvolge direttamente il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti attraverso i suoi Consigli degli Ordini Regionali e la collaborazione esclusiva del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro. Abbiamo incontrato il dott. Giuseppe Peleggi, Responsabile della Direzione dell’Osservatorio e rilevazioni statistiche della Fondazione, e lo abbiamo intervistato.
“Mettimi come ultimo relatore, non mi dispiace; anzi mi piace sentire cosa dicono gli altri prima di me e mi piace stupire i giornalisti con gli usi possibili dell’intelligenza artificiale”. Giuseppe Peleggi, responsabile della direzione dell’Osservatorio e Rilevazioni Statistiche di Fondazione Enpaia è così come ti parla: diretto senza fronzoli, pane al pane e vino al vino.
Si diverte a stupire i giornalisti dopo quasi cinque ore di corso di formazione sulla tutela dei diritti del lavoro in agricoltura.
Lo fa attirando la loro attenzione con mappe geostatiche di satelliti orbitanti intorno alla terra e subito l’atmosfera si catalizza sul Canale di Suez o su quello di Panama. Passa dal Bosforo allo stretto di Hormuz con uno scivolo di slide e la curiosità dà una spallata alla stanchezza mentale di tutti polarizzando gli sguardi sullo schermo del suo computer. Lo abbiamo intervistato su un argomento di grande attualità: l’intelligenza artificiale.
Allora direttore Peleggi, ma cos’è la connessione in agricoltura e perché è importante?
La connessione in agricoltura si riferisce all’accesso e all’utilizzo di tecnologie digitali per migliorare le pratiche agricole. Questo include l’utilizzo di internet, sensori, software e altre tecnologie per raccogliere dati, monitorare le colture, ottimizzare l’irrigazione, gestire i macchinari e altro ancora. La connessione può aiutare gli agricoltori a aumentare la produttività, ridurre i costi, migliorare la qualità dei prodotti e la sostenibilità ambientale.
Perché nelle sue slide parla dello stato dell’agricoltura nel 1858?
Perché da quando esiste, l’uomo ha sempre cercato le relazioni e le connessioni. C’è un’immagine che più di altre spiega, e non sembrerebbe vero, che nel 1858 esistessero già le connessioni in agricoltura.
È l’Angelus di Jean François Millet realizzato nel 1858-1859 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi. L’Angelus Domini è il nome dato al suono delle campane che, tre volte al giorno (alba, mezzogiorno e tramonto), invitano i fedeli a recitare una devozione in ricordo del mistero perenne dell’incarnazione È, per l’appunto, quello che stanno facendo i due contadini ritratti nel dipinto, che al suono delle campane della chiesa di Chailly-en-Bièr, appena accennata sullo sfondo, hanno sospeso per un attimo la raccolta delle patate e si sono raccolti silenziosamente in preghiera; abbandonati gli strumenti di lavoro (la carriola con i sacchi sopra, il rastrello, il cesto pieno di verdure), entrambi sono completamente assorti nell’orazione, tanto che presentano il capo chino e le mani giunte al petto. La campana era la loro connessione con la stazione di trasmissione: il campanile. l’agricoltura era ancora in gran parte manuale e laboriosa. Le tecnologie come i trattori, le mietitrebbie e i fertilizzanti chimici non erano ancora state ampiamente adottate. La produttività era bassa e la maggior parte degli agricoltori viveva di sussistenza. Ma le connessioni già esistevano nel 1858. Erano rappresentate anche dalle campane dei campanili che scandivano la vita quotidiana dei lavori dei campi. Una campana rappresentava la connessione più potente tra l’uomo ed il tempo.
E quindi come è cambiata l’agricoltura con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie?
L’avvento di Internet e delle nuove tecnologie ha rivoluzionato l’agricoltura. Gli agricoltori ora hanno accesso a una vasta gamma di informazioni e strumenti che possono aiutarli a prendere decisioni migliori sulle loro colture e sul loro bestiame. Possono anche utilizzare la tecnologia per connettersi con altri agricoltori, esperti e mercati di tutto il mondo. È incontrovertibile che questo tipo di tecnologie abbiano portato ad un aumento della produttività, a una migliore qualità dei prodotti e a una maggiore sostenibilità ambientale.
Corriamo troppo. Quali sono le principali sfide che l’agricoltura deve affrontare oggi?
Alcune delle principali sfide che l’agricoltura deve affrontare oggi sono molteplici e ne parliamo ampiamente nei nostri corsi di formazione con i giornalisti. Vado per gradi, ma non si illuda perché è un crescendo di interessi.
Dobbiamo nutrire una popolazione in crescita. La popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i 10 miliardi entro il 2050. L’agricoltura dovrà aumentare la produzione per soddisfare la domanda di cibo.
Dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici stanno già avendo un impatto sull’agricoltura, causando periodi di siccità, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi. Gli agricoltori dovranno adottare pratiche più resilienti per mitigare o difendersi da questi fenomeni atmosferici.
Non dobbiamo dimenticare il degrado del suolo e della qualità dell’acqua. L’agricoltura intensiva può portare al degrado del suolo e all’inquinamento delle acque. Gli agricoltori dovranno adottare pratiche più sostenibili per proteggere l’ambiente.
Va bene Peleggi non le sembra di esagerare? Sembra di leggere il capitolo 5 del Deuteronomio, nel libro della Bibbia, con il principio dei dieci comandamenti. Le faccio una domanda senza rete.
Come possono le nuove connessioni aiutare l’agricoltura ad affrontare queste sfide?
Le nuove connessioni aiuteranno l’agricoltura ad affrontare queste sfide in diversi modi. Per esempio: aumentando la produttività perché la tecnologia può sostenere gli agricoltori ad aumentare la produttività per ettaro, utilizzando meno risorse. Riduzione degli sprechi. La tecnologia aiuterà gli agricoltori a ridurre gli sprechi di cibo ed acqua. Protezione dell’ambiente. Sempre le innovazioni tecnologiche potranno spingere gli agricoltori ad adottare pratiche più sostenibili che proteggano il suolo e la qualità dell’acqua. Adattamento ai cambiamenti climatici. La tecnologia può aiutare gli agricoltori ad adattarsi ai cambiamenti climatici, fornendo loro informazioni sulle condizioni meteorologiche e sui rischi climatici. Infine il collegamento con i mercati: la tecnologia aiuta già gli agricoltori a collegarsi con i mercati e ad ottenere un prezzo migliore per i loro prodotti. In sintesi: le nuove connessioni hanno il potenziale per trasformare l’agricoltura e renderla più produttiva, sostenibile e resiliente.
Una diapositiva, l’ultima, dopo cinque ore di corso, viene proiettata sul grande schermo dal computer di Peleggi. Sono tanti covoni di grano. No, sono impronte digitali. Eravamo già nel futuro, quando erravamo nel passato.
La digitalizzazione è insita nell’essere umano, a partire dalle sue impronte. Mi sa che con Peleggi ci rifaremo una chiacchierata.