Le condizioni generali post covid-19, la deflazione economica, la crisi del settore immobiliare, il quadro geopolitico e ancora le diverse vie della seta passando per la ormai nota depressione demografica, rendono la Cina una potenza ferita, in cerca di una cura.
Nel 1958, a nove anni dalla nascita della Repubblica popolare cinese, la Cina diede avvio a un programma economico chiamato “Grande balzo in avanti” che mirava a fare del paese, allora ancora relativamente arretrato, una nazione con un livello di industrializzazione pari a quello delle nazioni europee più avanzate.
Con non poche complessità e disastri che il più volte è stato evitato di affrontare dalla stessa Repubblica Popolare, da allora fino ad oggi, la Cina è diventata la seconda grande potenza mondiale dietro, per il momento, solo agli Stati Uniti D’America, e mai veramente “spaventata” dal vecchio continente. Quell’Europa che stenta ad evolversi in Stati Uniti d’Europa.
E’ per questa condizione di imprescindibilità che è doveroso analizzare il momento storico- economico che sta attraversando la repubblica popolare cinese, che in questo mese di Novembre corre spedita verso una sempre più acuta deflazione.
Nell’ultimo mese infatti l’economia cinese è scivolata ancora, sotto il peso di una fuggevole domanda interna e un crollo dei prezzi della carne suina. Dopo essere rimasta stabile a settembre, l’inflazione è diminuita al -0,2% su base annua, un dato inferiore alle attese del mercato.
A ottobre l’inflazione core, che esclude l’energia e i generi alimentari, è calata allo 0,6% dallo 0,8% del mese precedente.
Le esportazioni cinesi si sono contratte del 6,4% a ottobre, dopo la flessione del 6,2% osservata a settembre, un valore molto distante dalle aspettative (-3,3%). Il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato le sue previsioni sulla crescita del PIL cinese al 5,4% nel 2023, ma anticipa un rallentamento al 4,6% nel 2024, a causa della costante debolezza nel settore immobiliare e di una domanda esterna depressa.
Al momento il settore immobiliare e l’export rappresentano insieme alla deflazione, causata dal calo dei consumi, il vero grande virus cinese.
Probabilmente conseguenza diretta anche di come è stato gestito il Virus vero, quello del Covid-19 e delle politiche Covid zero adottate dal governo opprimendo la società e affossando, di fatto, l’economia.
Il mercato Immobiliare è in crisi da anni, proprio quel mercato della compravendita di case che valeva circa un terzo del PIL cinese. Un settore chiave, alimentato in passato dalla forte migrazione di cittadini dalle campagne ai centri città.
Ormai noti i fatti che vedono coinvolti Evergrande e Country Garden, con lo spettrale fallimento di due dei maggiori player del settore. Il prossimo dicembre, al netto di un piano di ristrutturazione efficace, verrà definito il futuro di Evergrande e dei suoi creditori, ma la parola ristrutturazione dovrebbe riguardare un bel più ampio raggio d’azione, cosa che il governo cinese sembra aver chiaro in mente.
Lo scenario tracciato si gioca su più tavoli, uno dei quali non può che essere quello con gli USA.
Dopo più di un anno le due super potenze torneranno ad incontrarsi con all’ordine del giorno: costanza nel dialogo per scongiurare una nuova guerra fredda, lo studio di una strategia di pace, e la ricerca di una competizione leale ed un’alleanza strategica per un ritorno economico equanime.