Valutare quali misure potranno effettivamente trovare attuazione per fine anno non è semplice, ma un dato di assoluto interesse è la ripresa del dibattito e del confronto pubblico sulle pensioni.
Il riferimento è ai tavoli tenuti presso l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale, l’organismo tecnico voluto dal Ministro del Lavoro, Marina Calderone, avviato prima dell’estate.
Coordinate dal Prof. Raffaele Fabozzi, con la partecipazione di esperti della materia, le riunioni hanno visto la partecipazione delle parti sociali, che hanno illustrato le proprie proposte.
La ricchezza del dibattito sta avendo il merito di mettere nuovamente al centro dell’attenzione il tema della previdenza, per quanto l’attuazione delle misure proposte dovrà fare i conti con la situazione contingente delle finanze pubbliche.
Tra le prospettive di riforma c’è sicuramente l’introduzione generalizzata della pensione in quota 41, che però è un obiettivo di legislatura.
Ripercorrendo i temi dei tavoli di confronto presso il Ministero del Lavoro, all’attenzione ci sono temi quali la pensione di garanzia per i giovani, la flessibilità in uscita, i lavori gravosi e opzioni di favore per le donne, la previdenza complementare e la previdenza dei liberi professionisti.
In termini pratici, vista la già accennata situazione contingente delle finanze pubbliche, è verosimile che per fine anno assisteremo a misure contenute. Di seguito quelle che, da notizie di stampa, sembrerebbero le più probabili.
Proroga quota 103
Nelle more di una rivisitazione complessiva della flessibilità in uscita si pensa ad una proroga per il 2024 della pensione in quota 103.
Allargamento delle maglie per l’opzione donna
L’idea è quella di eliminare per le tre categorie di beneficiarie interessate all’agevolazione (caregiver, invalide almeno al 74% e licenziate o dipendenti da aziende in crisi) il paletto dei figli attualmente necessario per anticipare ulteriormente il pensionamento da 60 a 58 anni.
Ape sociale
Si pensa anche in questo caso a una proroga.
Part-time in uscita con staffetta intergenerazionale
Si è ipotizzato di introdurre in via sperimentale una riduzione progressiva dell’orario di lavoro nella fase precedente il pensionamento in cambio dell’assunzione di giovani.
Per riforme più strutturali sembra si debba attendere ancora, ma i temi all’attenzione del Governo sono chiari: un crescente ammorbidimento dei requisiti di accesso alla pensione in modo da garantire una maggiore flessibilità in uscita; l’adozione di accorgimenti per strutturare una pensione minima contributiva di garanzia per i giovani.
In questo ambito si fa anche strada l’ipotesi di dare accesso anticipato alla pensione a chi abbia complessivamente tra I e II pilastro un assegno pensionistico adeguato, così valorizzando e stimolando le adesioni alla previdenza complementare, i cui vantaggi fiscali dovrebbero restare intatti o potrebbero addirittura essere rafforzati in sede di attuazione della legge delega per la riforma fiscale.