«L’agricoltura ha, e avrà sempre più, un ruolo determinante sia come sistema organizzato di contrasto al cambiamento climatico, continuando a garantire cibo sostenibile, sicuro e accessibile, sia come elemento centrale nelle dinamiche economiche e sociali del nostro Paese. Ricordo che il settore primario – secondo i dati dell’ultimo report dell’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis – genera il 2% del valore aggiunto italiano e il 16% del valore aggiunto agricolo europeo».
Così, il presidente dell’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura Giorgio Piazza in apertura del quarto Forum Enpaia 2023 “Economia e Società. Scenari e prospettive”, svoltosi a Roma. Il Forum è stato occasione di confronto tra esponenti del governo, dell’imprenditoria e altre casse di previdenza ed investitori istituzionali riguardo ai macro trend economici e sociali e sulle iniziative che le stesse casse previdenziali possono compiere per rendere più competitive le aziende italiane, grazie ad investimenti mirati verso la transizione green.
«Amplieremo i nostri investimenti in economia reale»
Il numero uno dell’Ente ha inoltre evidenziato l’attenzione della Fondazione nei confronti dell’economia reale del Paese. «Le casse, come la nostra, possono svolgere un importante ruolo di volano economico e finanziario per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura e quindi delle filiere agro-alimentari. Vogliamo ampliare il portafoglio dei nostri investimenti performanti in economia reale, come quello in Bonifiche Ferraresi, unica azienda agricola quotata in borsa, che sta dando ottimi risultati sia in termini finanziari che di sviluppo».
Anche il direttore generale di Enpaia Roberto Diacetti ha sottolineato l’impegno dell’Ente negli investimenti nel settore, ricordando quello più recente in Granarolo. «Enpaia ha 2,2 miliardi di patrimonio e una parte di questo, circa il 10%, viene destinata a supporto dell’economia reale. Con questi investimenti – ha spiegato – creiamo le condizioni per favorire, per esempio, l’internazionalizzazione delle aziende. Destiniamo inoltre un’aggiuntiva parte di risorse del nostro portafoglio in varie classi di investimento su prodotti capaci di agevolare iniziative politiche di sostenibilità ambientale».
«Modernizzare il settore primario per renderlo ancora più sostenibile»
Per il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, «la strategia per rendere il sistema agroalimentare più sostenibile e resiliente di fronte ai cambiamenti climatici è quella della modernizzazione, facendo uso delle più avanzate tecnologie nella strumentazione e nella coltivazione. La sostenibilità è un’opportunità – ha incalzato – e l’agricoltura è protagonista in questo processo di transizione».
«Internazionalizzare e investire in infrastrutture»
Per il presidente Coldiretti Ettore Prandini, «serve un Paese che abbia voglia di scommettere. Se sulla qualità siamo i più bravi, in termini produttivi siamo indietro. La Francia, per esempio, ha una visione lungimirante in tema di internazionalizzazione che noi non abbiamo. Il posizionamento dei prodotti agroalimentari nei mercati esteri deve essere delegato al governo, non alle Regioni. Se non capiamo questo l’Italia continuerà ad essere terra di conquista delle multinazionali estere. Dobbiamo investire sulle infrastrutture altrimenti saremo penalizzati. Attualmente la nostra filiera perde nove miliardi l’anno di competitività di mercato».
«Un terzo del made in Italy a rischio»
Secondo il vice presidente Confagricoltura Sandro Gambuzza, «siccità, alluvioni e dissesto idrogeologico sono facce della stessa medaglia. Manca cultura della prevenzione: un terzo del made in Italy è a rischio e questa non è una valutazione catastrofista. Serve innovare il settore agricolo-produttivo attraverso colture resistenti alla siccità, puntando sull’agricoltura di precisione. Il secondo aspetto è la formazione, che deve essere adeguata ai percorsi precedenti. Vanno inoltre valorizzate le aree interne, fondamentali per il presidio del territorio. Quindi la forestazione, utile per il carbon farming. Infine deve essere implementata una rete idrica nazionale, lavorando anche sui bacini esistenti e sulle perdite».
«Serve una corretta gestione idrogeologica del territorio»
«No ad un’antistorica “ripaludificazione” delle aree fluviali, sì ad una corretta gestione idrogeologica del territorio, rispettosa degli ecosistemi acquatici». A ribadirlo è il direttore Anbi Massimo Gargano, che ha puntualizzato: «La rimozione della CO2 e la conservazione del carbonio in un ciclo sostenibile potrebbero ridurre in modo permanente il rischio climatico, rallentando o addirittura invertendo la tendenza in atto. Accogliamo con favore l’obbiettivo di armonizzare le norme di certificazione per i crediti di carbonio, poiché l’agricoltura irrigua e il governo delle acque nei territori agricoli siano parte della soluzione per mitigare il cambiamento climatico attraverso lo stoccaggio di CO2 nel suolo e nelle biomasse – ha aggiunto Gargano –. A tal proposito giudichiamo opportuna la possibilità di vedere riconosciuto e retribuito il servizio ecosistemico alle aziende agricole, reso attraverso il sequestro del carbonio nel suolo agricolo, nelle foreste, nelle colture arboree e come materiale per la produzione di prodotti a base di legno o costituiti da biomateriali».
«Pianificare la gestione dell’acqua»
«In questo Forum si è affrontato un tema importante: quello della pianificazione, anche degli interventi. L’Italia ha bisogno di una pianificazione che abbia una dimensione possibilmente nazionale – ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale Acea, Fabrizio Palermo –. Il settore agricolo e la risorsa idrica sono strettamente legati, la sfida è il riutilizzo dell’acqua. Dobbiamo riuscire ad intercettare tutta l’acqua piovana e in tal senso il progetto invasi è fondamentale. Poi c’è il tema infrastrutturale, abbiamo bisogno di una rete nazionale e di un aggiornamento normativo».
«Inflazione, continueremo a incentivare strutture di filiera»
«Enpaia ci dimostra quanto una sana gestione di filiera possa dare risultati incredibili – ha detto il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni –. Purtroppo i prezzi dell’agroalimentare sono quelli che scendono più tardi dalla curva dell’inflazione e colpiscono soprattutto le fasce medio-basse. La strategia del governo è continuare a garantire i sussidi erogati e incentivare strutture di filiera che consentono di abbassare a valle il prezzo di vendita».
«Sostenere il welfare italiano per garantire la tenuta democratica»
Il presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti, intervenendo al Forum Enpaia, ha spiegato quanto sia fondamentale sostenere il welfare italiano per garantire la tenuta democratica: «Mai nella storia dell’umanità un cambiamento economico è avvenuto in così poco tempo».
Riguardo il riscaldamento globale Tremonti ha puntualizzato che «per comprendere tale fenomeno occorre tenere conto di fattori complessi come la globalizzazione. E sottolineo: milioni di container circolano ogni giorno, spesso alimentati da carburanti pessimi».
Tremonti è intervenuto anche in merito alle operazioni finanziarie del settore della previdenza privata, affermando che: «Le Casse dei professionisti potrebbero canalizzare parte dei loro investimenti in fronti d’interesse nazionale».
«Passi indietro su autonomia Casse»
«A partire dalla legislazione che istituì le Casse di previdenza private dei liberi professionisti ci sono stati troppi passi indietro in merito alla loro autonomia. Non è possibile che il pubblico non riconosca il privato». Questa la posizione del presidente emerito della Corte costituzionale, già ministro per la funzione pubblica, Sabino Cassese, che rivolgendosi ai vertici delle Casse ha detto: «Avreste dovuto opporvi di più, siete stati poco vigilanti riguardo all’invasione illegittima di organi di controllo alla ricerca di spazi di potere».