“L’Italia che cresce. La sostenibilità che diventa normalità”. È questo il titolo dell’incontro organizzato da Granarolo in collaborazione con Asvis lo scorso martedì 27 giugno al Cnel. L’iniziativa ha avuto come finalità quella di ragionare in ambito di crescita ed innovazione sostenibile. Stiamo vivendo, infatti, un grande cambiamento nel campo della transizione energetica e digitale delle aziende agroalimentari, come certificano il Pnrr e gli obiettivi del Patto di stabilità. Ed è proprio in questo contesto che il mondo agroalimentare sarà il vero protagonista di questo processo quanto più saprà evolvere la legittima rivendicazione della propria sostenibilità.
Sostenibilità è la parola chiave non solo per il futuro del Paese, ma anche per il presente, perché ormai è il principale obiettivo che tutti devono perseguire, in quanto, non avendolo fatto fino ad ora, ha prodotto danni che non si possono più ignorare, nemmeno dalle aziende.
Durante la mattinata sono intervenuti: Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis; Pierluigi Stefanini, Presidente di Asvis; Simone Gamberini, Presidente Legacoop Nazionale; Andrea Montanino, Capo economista e Direttore Strategie Settoriali e Impatto di CDP; Giorgio Piazza, Presidente di Enpaia; Dora Iacobelli, Direttrice dei Progetti Agroalimentari CoopFond; Piercristiano Brazzale, Presidente Fil Idf; Myriam Finocchiaro, Responsabile Comunicazione e Sostenibilità Granarolo; Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze e Paolo Calvano, Assessore al Bilancio della Regione Emilia Romagna.
Per l’occasione, Granarolo ha presentato il Bilancio di sostenibilità 2022, esponendo il proprio obiettivo per il 2030, spiegato dalla Responsabile sostenibilità, Myriam Finocchiaro, legato alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 30% per Kg di latte prodotto dalla filiera, secondo tre progetti concentrati su: benessere animale alla stalla e riduzione dell’impatto ambientale; riduzione della plastica; riduzione degli sprechi. Un’azione forte e mirata, su cui Granarolo punta con determinazione, anche con all’aiuto di un comitato scientifico composto da esponenti delle Università di Brescia, Milano e Bologna, e che prevede inoltre la realizzazione di 10 impianti di biometano e, da settembre prossimo, l’avvio di GranLatte next Generation dedicato ai giovani.
«È da parecchio tempo che Enpaia guarda all’economia reale. È un salto di qualità – ha detto il Presidente Giorgio Piazza – che, se pur costoso, abbiamo deciso di intraprendere partendo proprio da una realtà che si sta affermando grazie al lavoro che sta iniziando a generare sul territorio dell’Emilia Romagna».
«Io credo – ha aggiunto il Presidente della Fondazione – che c’è bisogno di un forte impegno da parte di ognuno di noi nella conservazione e nel miglioramento della sostenibilità e della biodiversità. L’agricoltura e l’allevamento sono state, sono e saranno una grande opportunità di crescita. Ma bisogna cambiare il paradigma». «Si tratta di settori con grandi potenzialità di sviluppo. Ed è proprio questo il motivo che ci ha spinto ad investire in Granarolo, perché vediamo – ha sottolineato Piazza commentando l’entrata nell’azionariato del Gruppo insieme al Fondo Nazionale Strategico gestito da Cassa Depositi e Prestiti lo scorso marzo – la grande capacità di valorizzare ed apprezzare il territorio e le sue risorse. Noi così abbiamo l’intenzione di innalzare anche il valore del lavoro nelle campagne».
Un investimento, quello di Enpaia, che avrà un impatto positivo a livello sistemico sul settore lattiero-caseario che favorirà lo sviluppo delle economie locali attraverso una maggiore occupazione, attivando un effetto moltiplicatore nelle aree di intervento proprio su chi contribuisce alle entrate della Cassa di Previdenza.