di Cristina Pornaro, Alberto Novello, Stefano Macolino, Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) – Università degli Studi di Padova – Campus di Agripolis
È ormai ampiamente riconosciuto che i cambiamenti climatici stanno influenzando l’andamento delle temperature e delle precipitazioni, con periodi di prolungata siccità sempre più frequenti e temperature medie in aumento.
Questo può causare difficoltà nella gestione delle colture agrarie e del verde urbano. Ad esempio, la temperatura media annuale degli anni 1994-2000 di Legnaro (PD), ottenuta dai dati registrati dalla stazione meteorologica dell’Azienda Agraria Sperimentale L. Toniolo (stazione meteorologica ARPAV), è di quasi un grado inferiore a quella del periodo 2000-2022. Sempre a Legnaro (PD), nel 2021 e nel 2022 si sono registrati rispettivamente 660 e 565 mm di pioggia, valori molto scarsi se confrontati con la piovosità media annua di 836 mm (1994-2020).
Inoltre, durante la prima metà del 2022 (gennaio-luglio compresi) sono stati registrati solamente 170 mm di pioggia. A fronte di questi prolungati periodi di siccità le amministrazioni locali adottano misure di razionamento dell’acqua potabile con il divieto di irrigare orti e giardini. In particolare i tappeti erbosi sono spesso soggetti a critiche perché necessitano di intense cure colturali, compresa l’irrigazione.
La scelta della specie più adatta alle condizioni climatiche locali è fondamentale per mantenere il tappetto erboso in buone condizioni senza dover ricorrere a pesanti interventi gestionali. Le specie utilizzate per la realizzazione dei tappeti erbosi appartengono alla famiglia delle Poaceae e sono distinte in due gruppi: microterme e macroterme.
Le prime sono originarie di ambienti con clima temperato o freddo, con temperatura media annuale compresa tra lo 0 e i 15°C e con precipitazioni distribuite uniformemente durante tutto l’arco dell’anno. Le più utilizzate per la realizzazione di tappeti erbosi sono Poa pratensis, Festuca arundinacea, Agrotis spp., Lolium perenne e Festuca rubra. Le specie macroterme, invece, sono originarie delle regioni con clima caldo sia umido che arido, la temperatura ottimale di crescita è compresa tra i 25 e i 35°C. Nei Paesi dell’Europa mediterranea, le più comuni specie di macroterme sono: Cynodon dactylon, Paspalum vaginatum, Zoysia spp.
Le microterme seguono il ciclo fotosintetico a C3, l’intervallo di temperatura ottimale è compreso tra 18 e 24°C, di conseguenza, nelle regioni con calma temperato, presentano un picco di crescita nei mesi primaverili ed autunnali, mentre in estate la crescita si riduce sensibilmente e d’inverno si arresta. Le specie macroterme sono dotate di sistema fotosintetico a C4 che, rispetto al C3, è più efficiente ad alte temperature e consente anche un più efficace uso dell’acqua. Queste specie vegetano attivamente nei mesi estivi ed entrano in dormienza in autunno per riprendere a vegetare nella primavera successiva. Le macroterme da tappeto erboso, inoltre, rispetto alle microterme, hanno una minore evapotraspirazione e un apparato radicale profondo. In particolare, le macroterme hanno un consumo di acqua che varia da 2 a 5 mm al giorno, contro i 3-8 mm delle microterme. Per questo un tappeto erboso di macroterme può essere mantenuto con circa un terzo della quantità di acqua necessaria per un tappeto erboso di microterme.
Le macroterme, dunque, alla luce dei cambiamenti climatici in atto, sembrano essere la scelta migliore per la realizzazione di nuovi tappeti erbosi. Tuttavia, in Italia, l’uso delle specie macroterme è ancora molto limitato, perché nel periodo invernale, quando le temperature scendono al di sotto dei 8-10°C, perdono la colorazione verde sino al totale ingiallimento. Purtroppo, il retaggio culturale per cui i tappeti erbosi devono essere sempre verdi è ancora molto radicato nel nostro paese ed è difficile accettare un giardino con un manto erboso giallo. Negli ambienti di transizione, come la pianura padana, dove le estati sono troppo calde per le specie microterme, e gli inverni sono troppo freddi per le specie macroterme, nasce la necessità di scendere al compromesso di avere un tappeto erboso “bello” o d’estate o d’inverno. Il miglioramento genetico, d’altro canto, ha portato alla costituzione di nuove varietà in grado di fornire buone prestazioni anche in condizioni climatiche poco adatte a quella specie. Tra le specie macroterme vi sono varietà in grado di conservare il colore a lungo in autunno e riprendersi prontamente in primavera. Del resto, per effetto dei cambiamenti climatici, l’inverno nel nostro paese è sempre meno freddo e quindi più tollerabile per le macroterme.
Qualora si voglia realizzare un tappeto erboso, è dunque sempre più importante conoscere le specie e varietà presenti sul mercato e le loro caratteristiche. Le specie macroterme, anche se di recente introduzione nel mercato europeo del tappeto erboso, sono destinate ad avere un ruolo di primo piano anche nel nostro Paese, dal momento che i tradizionali tappeti erbosi di microterme, salvo poche eccezioni, non sono ecologicamente sostenibili se pensiamo al consumo d’acqua necessario per la loro conservazione.