L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che riguarda la maggior parte dei Paesi del mondo in particolare quelli più sviluppati dove sanità, istruzione e condizioni di vita sono migliori tra cui Europa, Giappone e Cina. L’Italia è il Paese europeo che invecchia di più: nel 2022, sul totale della popolazione la percentuale in età compresa tra i 50 e 64 anni è al 23%, degli ultra65enni è al 23,8% e degli ultra80enni è al 7,6%, mentre le medie europee sono a 21%, 21,1% e 6,1%.
Secondo l’Istat questa tendenza proseguirà nei prossimi anni raggiungendo il picco nel periodo 2045-2050, per poi ridursi lievemente. Diminuisce di 1 punto percentuale la quota dei giovanissimi (0-14 anni) al 2060 per poi risalire leggermente mentre quella dei 15-64enni scende di oltre 10 punti dal 63,5% al 53,3% nel 2050 per poi iniziare a risalire.
Questo grande incremento della popolazione “silver” incrementa a sua volta una nuova economia che ruota attorno ai consumi e ai bisogni delle persone più avanti con l’età, la Silver Economy, che nel complesso annovera 27,646 milioni di residenti, di cui 14,051 milioni di over 65 riconducibili al 100% alla Silver Economy e altri 13,595 di 50-64enni, per una percentuale di spesa e incidenza economica e occupazionale pari a circa il 35-40%. Numeri che sono destinati ad aumentare.
L’argomento è ampiamente trattato dal Quaderno di Approfondimento 2023 – “Silver Economy, la grande economia del prossimo decennio” realizzato e pubblicato da Itinerari previdenziali in collaborazione con l’Associazione 50&Più.
La ricerca si avvale anche di un campione di 5.000 over 50, per analizzare dinamiche e conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione italiana in ottica sociale, economica e di sostenibilità partendo dal presupposto che la sfida posta dalla longevità non deve tradursi necessariamente in un costo, ma può al contrario rivelarsi un’ottima opportunità di crescita e investimento per il Paese. Con ricadute positive sull’occupazione, per il settore dei servizi, le attività commerciali e produttive dedicate, così come per il mondo della finanza in generale.
Il professor Alberto Brambilla, indica nel Quaderno di approfondimento 2023 “l’obiettivo di fornire una nuova e più ampia definizione di Silver Economy e di evidenziare le principali iniziative di mercato rivolte sia agli over 49 che si preparano nel fisico e nello spirito per la loro terza età, sia a esigenze e consumi degli ultra 65enni. Un bacino ‘di consumatori’ quantitativamente e qualitativamente sempre più significativo, che propone al suo interno una popolazione piuttosto variegata che spazia da lavoratori ancora attivi e relativamente giovani, che si stanno già attrezzando ad affrontare la senilità, fino a ultra65enni pensionati o vicini alla quiescenza con l’obiettivo di una vita non solo lunga, ma anche trascorsa il più possibile in buona salute”.
Una prima definizione la fornisce il Report 2018 della Commissione europea, The Silver Economy: “l’insieme delle attività economiche che rispondono ai bisogni delle persone con 50 o più anni di età, inclusi anche i prodotti e servizi di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera”.
“La nuova definizione di Silver Economy – afferma Brambilla – potrebbe essere così sintetizzata “il complesso delle attività economiche (prodotti, servizi, occupazione), rivolte specificamente: a) alla popolazione con 50 anni e più che riguardano i miglioramenti degli stili di vita in termini di nutrizione, attività fisiche, prevenzione, conciliazione tempi famiglia-lavoro, formazione continua e tutto ciò che sarà utile alla futura età di quiescenza di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera compreso l’incremento dell’occupazione; b) il complesso delle attività economiche relative alle persone con 65 anni o più inclusi anche i prodotti e servizi materiali e immateriali, beni e prodotti di consumo o investimento, le varie forme di assistenza psicologica, riabilitativa e sanitaria di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera compreso l’incremento dell’occupazione”.
La dimensione economica della Silver Economy over 50 italiana, secondo lo studio e applicando la medesima metodica Ue, è di 583 miliardi e per i soli over 65 è di 350 miliardi. Quindi, “l’impatto sul Pil all’1/1/2022 (1.782 miliardi alla fine del 2021), cioè il complesso delle attività economiche di cui gli over 65 usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera compreso l’incremento dell’occupazione varia tra i 16,6% della Ue e il 19,7% delle nostre stime; allargando l’orizzonte anche agli over 50, l’impatto sul Pil 2021, è pari, in base alla metodica Ue al 32,7%”, poco meno di un terzo del Pil 2021.
Tra i bisogni e i servizi odierni e futuri, è interessante il confronto delle abitudini di spesa con quelle delle fasce d’età più giovani: si ottiene così un’indicazione dei settori maggiormente coinvolti dalla Silver Economy, ricorrendo alle rilevazioni Istat relative alla spesa per consumi delle famiglie, suddivise per tipologia e per fasce di età della persona di riferimento (18-34 anni, 35-64 anni e over 65).
Dall’analisi dei dati riportati nella tabella seguente, emerge come i Silver spendono più delle altre fasce d’età per l’abitazione e le utenze come acqua, elettricità, gas e altri combustibili, per i prodotti alimentari, per la salute e per mobili, articoli e servizi per la casa.
La pubblicazione presenta, inoltre, testimonianze su best practice e case history con l’intento di promuovere sinergie pubblico-privati capaci di favorire l’invecchiamento attivo e la massima partecipazione sociale di questa nuova e importante fascia di popolazione, insieme allo sviluppo di segmenti di mercato e strumenti finanziari adeguati.