di Sergio Retini, Vice Presidente Fondazione Enpaia
Il settore agricolo, che ha fatto egregiamente la propria parte durante la pandemia garantendo l’approvvigionamento alimentare alle famiglie italiane, sarà chiamato ad un ulteriore sforzo per garantire il medesimo impegno nonostante l’aumento dei costi di produzione sapendo di poter contare, come sempre, sul supporto di Enpaia.
Il 2022 sarà una ripartenza in salita per tutto il Paese. Archiviato un 2021 da record, con una crescita economica del 6,4%, il 2022 si presenta denso di nubi, per l’aumento dell’inflazione e i rincari stellari di combustibili e materie prime, e scosso da una guerra nel cuore dell’Europa causata dall’aggressione dell’esercito russo nei confronti dell’Ucraina.
Lo spettro di un rallentamento dei consumi delle famiglie e della produzione industriale si era già materializzato dalla metà di febbraio, quando alcune aziende avevano annunciato il blocco della produzione a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e della protesta dei trasportatori. Ora l’elemento di maggiore apprensione riguarda il prezzo del gas; perché se fino a poche settimane fa si paventava un quadro prospettico di tensione sui costi di questa fonte energetica tutto sommato limitato nel tempo, dopo l’invasione dell’Ucraina e le prevedibili sanzioni nei confronti della Russia (che ha minacciato la chiusura del gasdotto Nord Stream 1) adesso la prospettiva di arrivare alla fine di quest’anno con i rubinetti a portata ridotta è tutt’altro che immaginifica.
Se ne sono già accorti gli agricoltori che, oltre all’aumento del prezzo del gasolio, dovranno scontare anche quello sul costo dei concimi. Tuttavia il problema diventerà più complesso quando gli aumenti scaricheranno i loro effetti sul reddito disponibile delle famiglie con il prevedibile risultato di una vera e propria gelata dei consumi. L’ultima cosa auspicabile in una fase di ripartenza dopo una crisi mondiale come quella generata dal Covid, quando non solo l’Europa, ma tutto il mondo avrebbe avuto bisogno di un periodo di tranquillità per superare senza ulteriori danni la coda (si spera) della pandemia e mettere mano alle azioni necessarie per consolidare una fase di sviluppo appena avviata.
Una fase di ripartenza di fronte alla quale, nonostante il conflitto in corso, nessuno può abdicare: non i governi dell’Europa, che devono fronteggiare la crisi umanitaria e quella militare e mettere mano al patto di stabilità ed ai regolamenti comunitari in particolare per il settore agricolo; non le banche centrali che dovranno dotarsi di strumenti adeguati pari almeno a quelli varati da Draghi quand’era al timone della Bce per fornire ossigeno (sotto forma di credito) a banche e imprese e mantenere bassi i tassi d’interesse; non le imprese che devono continuare a garantire come possono produzione e occupazione; e neppure i cittadini che sono chiamati a fare la loro parte sul piano della solidarietà nei confronti dei rifugiati a causa della guerra.
In particolare il settore agricolo, che ha fatto egregiamente la propria parte nel corso della pandemia garantendo l’approvvigionamento alimentare alle famiglie italiane, sarà chiamato ad un ulteriore sforzo per garantire il medesimo impegno sullo stesso fronte nonostante l’aumento di moltissimi costi delle produzioni. Enpaia, come in passato, farà tutto quello che è nelle sue possibilità per sostenere il mondo agricolo. La nostra Fondazione, che quest’anno compie 85 anni di attività, si presenta alquanto solida ed in ottima “salute” e non si sottrarrà all’impegno di garantire la massima assistenza a imprese e iscritti. Perché l’85° anniversario della Fondazione non vuole essere un semplice evento celebrativo, ma una ripartenza verso nuovi orizzonti ed un impegno concreto per la ripresa dell’economia nazionale che non può prescindere dal dare corpo e sostanza al PNRR e dal contributo del mondo agricolo.
Forse usciremo ammaccati da questo 2022, ma ne usciremo in piedi con la dignità di chi sa di aver fatto fino in fondo il proprio dovere.