di Dino Scanavino, Presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani
La guerra in Ucraina e le ripercussioni sulle relazioni e gli scambi internazionali. La conseguente impennata dei prezzi delle materie prime e l’aumento insostenibile dei costi di produzione per l’agricoltura, con l’Italia costretta a fare i conti, non più solo con i cambiamenti climatici e due anni di pandemia, ma anche con gli effetti di dipendenza storica, proprio dall’Est in conflitto, per risorse strategiche come gas, cereali e fertilizzanti. A questo stiamo assistendo da giorni, sollecitando il Governo a tutelare il settore, ma anche sempre più consapevoli che l’invasione russa procurerà danni all’intera economia italiana con l’inflazione che rischia di raggiungere il 6% (già +4,8% a gennaio, un livello che non si vedeva dal 1996) e determinare una perdita in termini di consumi pari a 4 miliardi di euro. Uno scenario, chiaramente preoccupante sul fronte degli equilibri mondiali, ma anche pericoloso per la tenuta e la ripresa dell’Italia. Giusto ora, a pochi giorni dalla fine dall’emergenza sanitaria.
Ecco perché, oggi, torna importante anche riprendere le fila del discorso di insediamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e affrontare con più solerzia il tema della “ricostruzione”. Assume certo connotati nuovi, ma comunque sempre riconducibili alla necessità di assicurare al Paese sostenibilità economica, sociale e ambientale. Dunque, sebbene difficile da mettere a fuoco nelle ore più calde della tensione Russia-Ucraina, è al PNRR che dobbiamo continuare a guardare per evitare che venga vanificato dall’instabilità e per rinnovarlo come punto di forza nella messa a terra di idee e proposte per il futuro del Paese. Quelle che lo stesso presidente Mattarella chiedeva, solo poche settimane fa, ai settori produttivi.
Cia-Agricoltori Italiani, a tal riguardo, crede sia necessario muoversi celermente su tre direttrici strategiche: ambientale, di diversificazione produttiva e di permanenza sul territorio. A premessa di ciò, la centralità dell’agricoltura e il ruolo chiave degli imprenditori del settore nella transizione ecologica per la quale l’Europa e il recente G20 Ambiente hanno avviato un processo, non è più rinviabile.
La sfida ambientale, vale la pena ricordarlo, ci pone di fronte all’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, come previsto dal pacchetto della Commissione Ue “Fit for 55”. Step intermedio per puntare alla neutralità carbonica entro il 2050 e contribuire a limitare l’aumento medio della temperatura mondiale entro la soglia di 1,5 °C. Si affiancano l’obiettivo della copertura del 40% degli usi finali di energia con fonti rinnovabili e di riduzione del 39% dei fabbisogni di energia primaria. Cruciale, in tal senso, è il bando Mipaaf da 1,5 miliardi di euro (in pubblicazione entro il 31 marzo) per finanziare, con il PNRR misura “Parco Agrisolare”, l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti agricoli, evitando il consumo di suolo e utilizzando, quindi, le coperture degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, per una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW. Parallelamente, il PNRR guardi anche allo sviluppo di filiere agroenergetiche locali per l’approvvigionamento di residui agricoli, altrimenti inutilizzati e, dunque, a incentivare la produzione di biogas e biomasse legnose, dagli scarti di agricoltura e dai reflui degli allevamenti. Si possono creare impianti a terra su aree abbandonate, marginali e non idonee alla produzione per valorizzare lo stoccaggio al suolo del carbonio assicurato da agricoltura e foreste. Un approccio innovativo alla gestione dei boschi permetterebbe di affrontare il problema dello spopolamento delle aree interne lungo la costruzione di economie locali sostenibili.
In ottica di diversificazione, invece, le risorse del PNRR devono anche sostenere le aziende agricole capaci di rispondere alla domanda di cambiamento, grazie alla multifunzionalità, per modernizzare il Paese a partire dalla aree interne. Bisogna rilanciare il rapporto agricoltura-turismo, puntando sulle potenzialità della dimensione rurale. Valorizzare il ruolo degli agriturismi e l’unicità dei prodotti agricoli del territorio. Sostenere i distretti rurali e del cibo, agevolando la cooperazione locale. Vanno capitalizzate le buone pratiche emerse in pandemia, come la vendita diretta e quella online. E’ esemplare, in questo senso, il portale Cia “Dal Campo alla Tavola”.
Le aree interne, motore del cambiamento come sostenuto nel progetto Cia “ll Paese che Vogliamo”, sono la chiave di volta della ripartenza post Covid, mettendo in campo con il PNRR politiche di permanenza sul territorio. Bisogna, a tal fine, garantire l’accesso alla terra, rilanciare il valore delle comunità rafforzando le associazioni di persone, coinvolgere i giovani e promuovere politiche di insediamento abitativo che incentivino il recupero dei fabbricati rurali, dei piccoli centri urbani e dei borghi. Una vera attenzione ai servizi essenziali, salute e scuola in primis, è fondamentale per la cura dei più fragili e il sostegno al ricambio generazionale. A ciò si aggiunge il richiamo alle misure del Piano Transizione 4.0 per la digitalizzazione delle aree interne e al PNRR per la modernizzazione del parco macchine e delle infrastrutture fisiche. Infine, Cia continua a proporre una riforma radicale della Legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica, ancor più visto l’allarme peste suina in Liguria e Piemonte. La normativa vigente è superata e assolutamente inadeguata contro l’emergenza che conta un +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni. Dal Governo servono risposte puntuali come la sostituzione del concetto di “protezione” con quello di “gestione”, il coinvolgimento di personale specializzato e il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori. Infine, anche contro la peste suina, occorre una campagna di controllo e riduzione del numero dei capi con figure qualificate e strumenti innovativi, oltre al rimborso rapido, senza vincoli e burocrazia, del 100% dei danni subiti dagli agricoltori per la PSA.
In un contesto globale estremamente instabile per la guerra in Ucraina, l’Italia faccia la sua parte contribuendo alla garanzia di rispetto e collaborazione tra i Paesi, come lo stesso presidente Mattarella ha sottolineato, ma al contempo non perda di vista gli obiettivi prefissati per portare il Paese fuori dalla pandemia.