di Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI
Sono passati ormai 10 lustri da quando, il 9 giugno 1971, tra l’Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per gli Impiegati dell’Agricoltura (ENPAIA), l’Associazione Nazionale delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei Miglioramenti Fondiari (ANBI) e il Sindacato Nazionale degli Enti di Bonifica, di Irrigazione e di Miglioramento Fondiario (SNEBI), veniva stipulata la Convenzione “Fondo di accantonamento del trattamento di quiescenza dei dipendenti consorziali”, contenente il relativo Regolamento di funzionalità.
La gestione del Fondo veniva affidata all’ENPAIA.
Si adottava, così, un sistema mutualistico consistente nell’assunzione, da parte dei Consorzi di bonifica aderenti, dell’obbligo di versare un contributo da destinare ad alimentare un Fondo comune dal quale poi prelevare le somme necessarie per la corresponsione dei trattamenti di quiescenza previsti dalla legge e dai contratti collettivi sottoscritti con le organizzazioni sindacali dei lavoratori.
La costituzione del suddetto fondo testimonia l’attenzione e la sensibilità dei soggetti sottoscrittori verso la tutela qualitativa ed economica, anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa e la quiescenza, delle condizioni delle donne e degli uomini impiegati nei Consorzi di bonifica, presenti su un territorio nazionale molto diversificato socialmente ed economicamente.
A riprova dell’attualità e della concretezza della Convenzione, nel 2019 il patto negoziale è stato rinnovato per altri venti anni, con l’apertura, fino al 31 dicembre 2020, alle possibili adesioni di ulteriori Consorzi che, fino ad allora, non avevano potuto accedere.
Dalla firma della Convenzione ad oggi, il nostro Paese è stato interessato da profondi processi evolutivi nella politica, nell’economia e nel sociale e i Consorzi di bonifica, organismi espressione di partecipazione e sussidiarietà, hanno accompagnato il cambiamento adattandosi strutturalmente e funzionalmente ai tempi e alle diverse esigenze che le istituzioni, il settore economico e agricolo e le comunità sociali hanno via via espresso.
È ormai riconosciuto il ruolo cardine dei Consorzi di bonifica per l’apporto prezioso al territorio in termini di salubrità e vivibilità, di vitalità economica, di valorizzazione ambientale e di sicurezza alimentare tanto che l’attività di bonifica è connotata come servizio di pubblica utilità di rilevanza strategica, ruolo quanto mai riconfermato in occasione dell’emergenza epidemica da Covid-19.
Per celebrare il traguardo dei cinquant’anni di operatività della Convenzione, l’ENPAIA, l’ANBI e lo SNEBI hanno deciso di curare una pubblicazione scritta con lo scopo di fornire un’occasione per ripercorrere storicamente lo scenario e le situazioni evolutive che hanno portato alla sua stipula.
L’occasione è preziosa per delineare il quadro evolutivo d’insieme dell’agricoltura e della bonifica di questi anni e per un focus particolare sull’evoluzione delle condizioni dei lavoratori della bonifica attraverso l’evidenziazione e l’analisi degli strumenti di previdenza ed assistenza che, in questo mezzo secolo, sono stati utilizzati per fornire garanzie di sicurezza sociale ed economica in ambito lavoristico e previdenziale.
Il volume avrà lo scopo, anche, di fornire una preziosa opportunità per volgere lo sguardo verso il futuro e riflettere sul ruolo che i Consorzi e i loro lavoratori sono chiamati a rivestire sul territorio e nei confronti delle comunità produttive e sociali che lo abitano, rispetto alle sfide dell’innovazione digitale e della transizione ecologica determinata dal tentativo di fronteggiare i cambiamenti climatici in atto, confidando sulla costante e sempre dimostrata capacità di adattamento della bonifica alle trasformazioni della società.
Il libro sarà presentato ufficialmente il prossimo mese di novembre