di Giorgio Piazza – Presidente Fondazione Enpaia
L’agricoltura in questa fase di ripartenza si conferma il traino fondamentale per l’economia del Paese e dell’Europa. Abbiamo visto come, nei mesi passati, anch’essa abbia subìto un duro colpo. Ad esempio, i settori agrituristico e florovivaistico, a causa dello stop quasi totale delle attività, hanno registrato una perdita di fatturato di oltre il 90%. Secondo i dati riportati nel rapporto Enpaia-Censis, l’andamento del nostro settore agroalimentare ricopre un ruolo fondamentale nell’economia dell’Unione Europea: nel 2019 il valore della produzione agricola a prezzi correnti, pari a 56,6 miliardi di Euro, poneva l’Italia al terzo posto dietro alla Francia (75,4 miliardi di euro) e alla Germania (57,0 miliardi di euro). Se si considera, invece, il valore aggiunto generato dal settore, l’Italia, con 31,9 miliardi di euro e una percentuale del 17% del totale europeo, è al primo posto assoluto davanti alla Francia (31 miliardi di euro) e alla Spagna (26,5 miliardi di euro).
E’ importante, quindi, iniziare a porre le basi per una giusta ripartenza del settore agroalimentare attraverso la promozione e l’incentivazione dei prodotti Made in Italy sui mercati. La nuova politica agricola che è in discussione, unita al Green New Deal, porterà ad un cambiamento nel modo di fare agricoltura, fondamentale per il futuro del terzo Millennio. Bisogna farci trovare pronti alla ripartenza. Soprattutto, è importante incentrare l’attenzione su due temi cruciali: la ricerca e l’innovazione. E’ necessario potenziare nei territori rurali la connettività di infrastrutture informatiche per permettere alle aziende agricole di essere collegate con il mondo intero, perché sempre di più una parte importante, se non quasi la totalità, del successo di un’azienda a livello commerciale passa attraverso un buon posizionamento dentro il web (avere un sito, essere attivi sui social e, di conseguenza, essere disposti al dialogo e al confronto).
Attorno a noi, in un breve lasso di tempo, tutto è cambiato a un ritmo senza precedenti: le interazioni sociali, la vita lavorativa, l’istruzione, le vacanze, le opportunità di lavoro e la connettività digitale. Per recuperare ed uscire più velocemente dal tunnel innescato dalla crisi legata alla pandemia servirà quindi un’accelerazione anche in queste direzioni. Le possibilità di ripresa in questi ambiti ruotano dunque intorno all’innovazione tecnologica. Il che vuol dire implementare la ricerca applicata sulle nano particelle, sulla genetica, con l’obiettivo della sostenibilità ambientale, economica e sociale, in modo da ridurre l’uso della chimica in agricoltura mantenendo una buona redditività e un’adeguata remunerazione per i produttori e per le persone che lavorano nel settore. Insomma, per Enpaia e per il mondo agricolo che rappresentiamo, l’innovazione tecnologica si deve sempre trasformare in pratiche agricole sostenibili. Un argomento, quello della sostenibilità, che nel nostro settore si deve legare anche ad investimenti sulle infrastrutture per il movimento delle merci.
Enpaia si sta impegnando molto proprio su questi aspetti. Infatti, lo scorso marzo ha effettuato il suo secondo round di investimenti in fondi di venture capital: 15 milioni di euro destinati a LVenture, Eureka e AVM Gestioni Cysero-Kilometro Rosso. Enpaia aveva, in precedenza, già investito in altri fondi di investimento alternativi, Vertis e Mito Progress Tech.
Un altro tema fondamentale è il ricambio generazionale. Abbiamo una platea di imprenditori mediamente anziana e, quindi, grazie a strumenti normativi ed agevolazioni per il subentro potrebbero essere utili. Bisogna, però, ricordarsi che gli agricoltori non vanno mai in pensione e, quindi, è importate mantenere anche degli strumenti che permettano alla vecchia generazione di garantire un’operatività a costi assicurativi e previdenziali sostenibili. I giovani, nello specifico, chiedono strumenti per iniziare un loro percorso professionale dentro un settore molto competitivo. Gli strumenti messi a disposizione dalla politica agricola comunitaria sono molto importanti. Dentro i PSR – ossia i piani di sviluppo rurale – ci sono strumenti che in giro per l’Italia potrebbero far partire molte aziende giovani. Un sistema che sicuramente va mantenuto e potenziato insieme alla messa a disposizione di risorse che favoriscano il ricambio generazionale.
Credo, quindi, che infrastrutturazione, risparmio delle risorse idriche, ricerca e innovazione, giovani, siano tutte tematiche strategiche che dovranno essere centrali nella discussione sulla distribuzione qualitativa delle risorse finanziarie.