di Sergio Retini, Vice Presidente Enpaia
Il 2020 sarà ricordato come un anno bisestile dei peggiori, con una pandemia mondiale che registra, ad oggi, oltre 2 milioni di morti e che ha prostrato l’economia globale mettendo in crisi il settore produttivo e con esso molte imprese e famiglie. Un anno difficilissimo che ha colto alla sprovvista tutti e che ha messo a dura prova il sistema sanitario, il modo di vivere, di lavorare, di spostarsi, di andare a scuola. Siamo stati chiamati a comportamenti e a norme restrittive, inimmaginabili fino a poco tempo fa, per tentare di fronteggiare un nemico invisibile ancora lontano dall’essere sconfitto. Ne usciremo con un quadro di diseguaglianze economiche e sociali più accentuato e con la consapevolezza che sui temi ambientali e della sostenibilità ci sarà molto da recuperare negli anni a venire.
Nonostante questo, la Fondazione Enpaia, pur tra le difficoltà che hanno caratterizzato una fase di criticità molto accentuata, è riuscita a tenere la posizione senza fermarsi, mettendo al riparo i dipendenti, facendoli lavorare da remoto attraverso l’utilizzo del lavoro agile, per garantire le prestazioni e i servizi agli iscritti; offrendo un sostegno alle imprese in difficoltà attraverso la sospensione dei versamenti contributivi fino a settembre e la sospensione del recupero dei contributi non versati; e nello stesso tempo ad avanzare nella buona gestione migliorando i risultati della gestione mobiliare portandoli sopra la soglia del 3%.
Un cammino in salita che è stato possibile compiere grazie al contributo dell’intera struttura che ha lavorato con spirito di servizio encomiabile.
Ma il 2021 che si è appena aperto si annuncia come un anno ancora denso di incognite e incertezze, sul piano della salute per il protrarsi della crisi sanitaria e del distanziamento sociale seppure attutito dall’avvio di una campagna vaccinale che comunque richiederà tempo per mettere in sicurezza il Paese; sul piano sociale per il crollo dei redditi in particolare del lavoro autonomo che si rifletterà sulla domanda interna e per la crisi occupazionale che sarà aggravata dallo sblocco dei licenziamenti; sul piano economico a causa delle misure restrittive che hanno penalizzato soprattutto il settore Ho.Re.Ca. e che rifletteranno i loro effetti sempre sulla domanda interna e soprattutto su quelle imprese che vendono solo sul mercato interno provocando un ulteriore rallentamento dell’economia. Senza dimenticare che questo quadro non è stato alleviato da una instabilità politica innescata da una crisi parlamentare, emersa a sorpresa nel momento meno opportuno, fortunatamente guidata con saggezza dal Quirinale che ha portato Mario Draghi alla guida del Governo.
Un anno dunque nuovamente in salita che però non ci deve scoraggiare ma anzi stimolarci, spingerci tutti ad un rinnovato impegno comune, mettendo in campo il massimo delle energie disponibili a livello personale e collettivo, per trainare il nostro Paese fuori dalle secche in cui è incagliato.
Inutile dire che confidiamo molto sulla nostra agricoltura. Si è dimostrata importante in fase pre-covid, essenziale durante i periodi di lockdown e siamo certi sarà strategica per il rilancio dell’economia e attenta e impegnata a promuovere un modello di sviluppo sostenibile per il nostro Paese.
Enpaia si prepara ad affrontare quest’anno con tale spirito nella certezza di trovarsi a fianco le parti fondative, imprese e sindacati, che toccano con mano tutti i singoli aspetti di una crisi sistemica sul piano economico che si trascina da anni – aggravata anche dalla pandemia – e che potrà essere superata solo con la collaborazione di tutti se vogliamo andare verso un futuro più giusto e più verde.